Il mercato valutario nasce grazie all’abbandono negli anni ’70 dell’accordo di Bretton Woods del 1941. Tale accordo mirava ad una stabilità monetaria internazionale standardizzando il cambio delle varie valute rispetto all’oro. Più precisamente tale accordo venne abbandonato dopo che gli Stati Uniti decisero di non rendere più convertibile la valuta con l’oro.
Dopo il 1973, i tassi di cambio delle monete dei principali paesi industrializzati iniziarono ad oscillare sulla base del sistema di domanda e offerta tipico del mercato Forex. Successivamente, le banche crearono delle loro piattaforme telematiche di scambio in cui era possibile sapere in tempo reale i prezzi delle varie monete, dando così origine a quello che poi sarebbe stato il mercato che conosciamo oggi.
Negli anni ’90, con l’avvento di internet, nascono i cosiddetti “retail forex brokers”, ovvero quelle compagnie che permettono anche a noi piccoli investitori di fare scambi di valuta in forma ridotta. Prima di queste, infatti, solo i grandi investitori potevano investire nella speculazione valutaria.
Esistono due tipi di broker principali:
- i cosiddetti “market makers” che stabiliscono da se’ i prezzi di acquisto e di vendita
- gli Electronic Communications Networks o ECN, che in ogni momento usano i migliori prezzi di acquisto e vendita presenti nel circuito interbancario internazionale.
I market makers sono i costituenti fondamentali del mercato forex. Questi infatti permettono di ottenere alti livelli di liquidità suddividendo i grandi lotti dei venditori in lotti più piccoli, permettendo così anche ai piccoli investitori di partecipare alle contrattazioni. Gli ECN invece si preoccupano di accoppiare le varie richieste di acquisto e vendita provenienti da fonti differenti (banche, market makers, traders, etc.) addebitando una piccolissima commissione per il servizio.