Ci siamo occupati più volte dei gap in apertura, quasi esclusivamente con riferimento agli indici azionari. Spesso capita che, in fasi di elevata volatilità, si formano aperture in forte gap nella seduta successiva, evidenziando così un contesto di ipercomprato (in caso di gap up) o ipervenduto (se in gap down). E’ chiaro che i gap devono essere molto ampi, in quanto piccoli gap – diciamo inferiori allo 0,5% – potrebbero essere poco significativi per implementare una strategia in grado di catturare movimenti di inversione del trend dovuti a una condizione di climax, cioè di eccesso. Quindi, sono molto interessanti gap almeno superiori all’1%, ma i migliori restano quelli compresi tra il 2% e il 3%. Se osserviamo il grafico a 5 minuti del Dax30, attraverso il CFD Ger30Dec11, possiamo notare come i prezzi siano andati a chiudere l’ampio gap down verificatosi in apertura fino al minimo del giorno precedente (primo target) e poi anche fino alla chiusura della seduta prima (secondo target).
A cura di Nicola D’Antuono – trainer e formatore dei corsi FOREX SCALPING e FOREX POSITION